Proprio su quella Conca d’Oro, prendendo forma il percorso definito Arabo-Normanno, oggi Patrimonio dell’Umanità, in una sintesi architettonica narrante intrinsecamente l’incrocio tra quelle entità così diverse, in un’unicità di rara bellezza estetica, risiede appunto quella scelta altamente etica che, in un’epoca remota, spronò i suoi protagonisti ad andare oltre le differenze culturali e di credo, divenendo così antesignani di quell’elevato messaggio, più che mai attuale, di indiscutibile integrazione.
Proprio su tale visione, dietro la creazione di Nostrale, c’è quindi il desiderio di poter partecipare a raccontare e far conoscere un pò di questa Palermo, una tra le più antiche capitali del Mediterraneo, scrigno di tesori artistici e culturali, e provando soprattuto a far comprendere quegli elementi su cui, in un complesso equilibrio, tra diversità e contraddizioni, si fonda la sua grande bellezza.
Certo non è semplice raccontare Palermo, o ricucirla nelle sue parti mancanti, come quelle relative alle devastazioni belliche, o dello scempio ascrivibile al famigerato <<sacco>>, che ad opera di menti spudorate, in una diabolica azione speculativa, l’ha inesorabilmente ferita nella sua antica bellezza, privandola di quei preziosi elementi architettonici che, nella Palermo dei Florio e dell’aristocratica nostrana Belle Époque, fu più che mai tra le massime espressioni dello stile Liberty.
Ma fortunatamente siamo qua ad introdurvi anche e soprattutto a quella Palermo di cui tanto ancora c’è da vedere e sentiere.
Non resta quindi che attendere di farvi perdere nel quadrilatero dei suoi antichi mandamenti, in quel reticolo di antiche strade e viuzze, narranti quelle diverse civiltà che, in un complesso equilibrio, rilasciarono ognuna un pò della loro impronta, facendola via via divenire “palermitana”.
Così tra palazzi, monumenti e le innumerevoli chiese, o sotto l’ombra ristoratrice dei più imponenti secolari Ficus dalle radici cascanti, o ancora nel delicato profumo di Pomelia, di cui quasi ogni balcone è adorna, cultura e sensi vi avvolgeranno senza soluzione di continuità.
Lasciatevi quindi piacevolmente confondere dal suo caos, e nel teatro dei suoi storici Mercati fatevi ammaliare dalla sottile ironia dei suoi quotidiani attori, metafora e impronta del loro stesso popolo. Non mancherete certo di scorgere problematiche che vanno ancora risolte, o di osservare alcuni “antropologici atteggiamenti” su cui certamente bisogna ancora tanto lavorare; ma probabilmente è proprio in questa bellezza, “per contrasto”, in certe contraddizioni, in questo spirito “caotico”, che si evidenzia il prodotto e l’unicità di quella trasversalità culturale, che ha caratterizzato la formazione di questa grande terra e l’ironica creatività del suo accogliente popolo.